Quando verrà la gatta grigia
di
Giancarlo Grassi
Lei mi ha visitato questa notte sotto le spoglie di una gatta grigia. Gli occhi brillanti come due smeraldi radioattivi. Faceva le fusa e si è insinuata fra le mie lenzuola: l’ho lasciata fare, lusingato di essere stato scelto, e mi sono addormentato col suo ipnotico ronfare.
Poi qualcuno ha bussato alla porta e ho sognato di montare in una carrozza tirata da due cavalli alati e siamo partiti allo schiocco della frusta di un cocchiere a cassetta con un cilindro nero in testa.
Siamo atterrati presso una torre d’avorio il cui accesso custodivano due guardie armate.
Mi sono preparato alla lotta per poter entrare nella torre, ma nessuno si è opposto. Solo mi ha un poco turbato lo sguardo malizioso, forse ironico dei due guardiani.
Ormai s’è fatto giorno. Sento voci mormorare lì attorno “Guarda: sembra stia dormendo”
Poi un tale scarabocchia su di un foglio -per non mentire a se stesso e agli altri-
“Arresto cardiaco”. Poi firma.
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