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IL VERBASCO


di Rodolfo Vettorello



Amo le foglie irsute del verbasco,
il re degli sterrati; il calabrone
si affaccia ai fiori gialli
e si veste di polvere dorata.
L’ortica
che vegeta tra i sassi delle prode
vive un abbraccio
coi cavi tesi di filospinato.
E’ un’altra estate questa
che ha mani fessurate di fatica
e zolle appiccicate sulle suole.
Un’estate finita
che profuma di terra e di letame.
La prima nebbia sopra gli acquitrini,
il cielo basso, quasi da toccare,
é presagio d’autunno.
Lo sfarfallio di sole sugli stagni,
gli odori buoni
di fiori freschi e cose da mangiare
solo un ricordo d’ieri.
Non so perché ma so che é il mio richiamo
il profumo che sento,
                             odor di mamma,
la promessa di un bacio a fior di labbra
o una carezza
mi basterà a disperdere nel nulla,
come aliti di vento nel falasco,
i miei castelli d’ombre.
Le mie paure irsute
come le irsute foglie del verbasco.



[25/08/2007]


dal sito: http://www.funghiitaliani.it/

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