conlavitaintasca


Brano originale pubblicato nella seconda edizione di “Borgo Narrante”, gioco di scrittura creativa, liberamente gestito su www.scrivi.com con queste uniche regole: tutti i racconti devono prendere l’avvio dallo stesso incipit e svolgersi entro il limite massimo di 3000 battute.
Incipit proposto:
"Filippo fischiò dalla strada alle tre del pomeriggio. Mi affacciai alla finestra. Gridò - arrivano -"
[tratto da “Gli zii di Sicilia” di Leonardo Sciascia]




Il fascino delle colline


Filippo fischiò dalla strada alle tre del pomeriggio. Mi affacciai alla finestra.
Gridò - arrivano -.
Non potevano scegliere un’ora migliore, pensai, magari un po’ più fresca, considerando il luogo e la stagione?
L’agosto infieriva con il suo abito migliore, in accelerata verso il giorno dell’Assunta, e le case, affacciate sul mare, erano arse dalla luce.

L’evento era attesissimo. Se ne parlava ormai da settimane, da quando, cioè, il primo allocco del paese raccontò del suo avvistamento. Poi fu la volta di Tonio, il giorno che dai campi si ritirò prima del tempo, eccitato e trafelato per la corsa. Tonio godeva di maggiore credibilità e la notizia fece presto il giro del paese, rotolando da una bocca all’altra come un boccone di neve che s’ingrossa via via.

Nei giorni successivi tutto parve chetarsi, finché i visitatori spuntarono di nuovo. Furono visti scivolare rumorosamente lungo la provinciale, fino al campetto di Tonio.
Lui non era presente, ma la cosa parve irrilevante e si fecero tranquillamente gli affari loro, da padroni, avvezzi a prendere possesso dei luoghi, come cosa dovuta, quasi la loro presenza fosse un premio da ricevere a braccia aperte, con gratitudine ed ossequiosa accondiscendenza.

Da lontano, i curiosi, timorosi e privi d’invito, osservavano senza uscire allo scoperto, furtivi come ladri, relazionando tutto come spie.
Quando scomparvero di nuovo dalla scena, a Tonio restò l’onore e l’onere di ripulire il suo terreno e rimediare alle devastazioni provocate dagli ospiti. Ma tacque, certo di aver meritato un pubblico riconoscimento e confidando in una, se pur lontana, cospicua ricompensa.

La successiva apparizione fu sul fianco del colle, sul morbido pendio erboso, ottimo terreno da pascolo. Ed i curiosi intorno, impossibilitati ad avvicinarsi per via della recinzione.
Accadde che il padrone del terreno, un anziano abitante dell’unica frazione del piccolo borgo, venisse contattato d’urgenza dal sindaco in persona, per stipulare un contratto d’affitto a tempo indefinito e per un progetto importante. Discusse un po’ sul prezzo, da buon montanaro, poi, badando ai suoi interessi, firmò il contratto.

Giunse finalmente anche il gran giorno. Eravamo stati convocati tutti, con un minimo di anticipo, in Piazza della Rocca, per le quindici in punto.

Filippo, non vedendomi arrivare, era venuto a cercarmi, ma io non avevo nessuna voglia di uscire. Con lo sguardo rallentato dagli effetti del vino, sorseggiato a pranzo, carezzavo la curva della schiena di Sonia, che riposava, tranquilla e scomposta, sul divano. In quel momento nessun altro progetto mi parve più interessante.
Cercai di spiegarmi a gesti con Filippo, poi sottovoce: -Vai... poi mi racconti.-
Socchiusi le imposte e, nella penombra, ripresi a contemplare i morbidi declivi di Sonia.

Era prevedibile che molti sarebbero stati ingaggiati come comparse, per le scene in esterno della nuova produzione, ma faceva caldo ed io m’ero già perso per altre colline.


[24/04/2006]

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