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Il bosone di Higgs (l’esperomento di Ginevra del 10-9-2008)


di Dino Licci

Evento simulato di produzione del bosone di Higgs in interazione tra protoni a 14 TeV nell'esperimento CMS ad LHC
[Immagine da: http://commons.wikimedia.org]




Ma a qualcuno è venuto in mente di capire appieno il perché di questi esperimenti? A Ginevra si sta tentando di “vedere” il bosone di Higgs, la particella di Dio, così denominata più o meno scherzosamente, perché sarebbe l’invisibile particella capace di dare massa e quindi peso alle cose, dalla materia inanimata fino a noi. L’aggettivo non è piaciuto naturalmente alla Chiesa e gli scienziati della “Specola”, gli astronomi del papa, hanno subito gettato le mani avanti snobbando l’importantissimo evento che alcuni paventano come foriero di un buco nero artificiale, capace d’inglobare l’intero pianeta. Padre Kock, un gesuita mi pare, ci ricorda che il premio nobel Leon Lederman ha battezzato come “particella di Dio” il bosone di Higgs solo per sottolineare la sua importanza nello spiegare la teoria del Big bang, che è e resta comunque una teoria ma che con Dio e la creazione non ha niente a che fare. Mi permetto umilmente di dissentire perché la Scienza non andrebbe mai ostacolata in questi suoi laboriosi tentativi di spiegare il come ed il perché delle cose. Ora sta cercando di “UNIFICARE” in un'unica legge naturale, tutti quegli eventi che si verificano in natura dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande. Per esempio, tornado per un attimo ad Aristotele ed alla sua visone dell’Universo così come descritta nel suo “De coelo”, notiamo come il moto rettilineo sia circoscritto alla terra ed il moto circolare uniforme sia invece quello perfetto che muove i cieli. Dovette arrivare Newton per UNIFICARE, con la scoperta della gravitazione universale, il moto del cielo e quello della terra e le sue leggi gravitazionali sono tuttora valide anche se nessuno sa ancora esattamente cosa sia la gravità.
L’esperimento di Ginevra è molto importante sia perché confermerebbe la teoria del Big Bang, sia perché costituirebbe un altro tassello verso il sogno degli scienziati, quello cioè di trovare un campo unificato, una teoria valida a spiegare i fenomeni dell’infinitamente grande come dell’infinitamente piccolo. Oggi la meccanica quantistica spiega ciò che avviene a livello atomico e subatomico ma non ciò che avviene nell’infinitamente grande come la relatività generale spiega l’infinitamente grande e non viceversa. Trovare il bosone di Higgs potrebbe facilitare il cammino verso l’accettazione della teoria delle stringhe che UNIFICHEREBBE le forze dell’Universo facendoci capire come funziona il tutto. Detta così sembra una cosa difficile da capire ma vediamo con calma come stanno le cose. Immaginiamo in questa calda estate di fare un bagno nell’acqua. Sempre secondo Aristotele l’acqua è solo una delle componenti fondamentali dell’Universo e per noi un liquido capace d’irrorare le nostre colture o rendere tonico il nostro organismo, ma se guardiamo l’acqua con l’aiuto della scienza, potremo sbriciolarla in composti più piccoli e scopriremo che è composta da molecole formate da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno come tutti sanno. Ma se queste molecole sono costituite da atomi , questi ultimi come sono fatti? Gli atomi sono costituiti da nuclei intorno a cui ruotano gli elettroni dotati di una carica elettrica negativa. E continuando ad esplorare nell’infinitamente piccolo, vediamo che a loro volta i nuclei sono “pieni” di neutroni con carica neutra ed i protoni con carica positiva. Inoltre essi non sono le particelle più piccole del mondo essendo costituiti da quark che possono essere di più tipi (up e down per esempio) e dalla cui combinazione si formano particelle diverse. Un protone, per esempio, è costituito da un quark up ed un quark down, un neutrone da un quark up e quattro down, ma quello che è più interessante è che queste particelle submicroscopiche sono investite da diverse forze della natura che le stimolano e le fanno vivere se vogliamo usare un termine inusuale in fisica teorica. Ci sono i Fotoni che consentono il fenomeno dell’ elettromagnetismo, i gluoni che consentono gli scambi della forza nucleare forte che tiene unito il nucleo e che si rompe con le esplosione nucleari, mentre la forza nucleare debole è possibile grazie alle particelle W e Z che sono responsabili della radioattività. Ma manca ancora una forza all’appello, la forza di gravità, molto più debole delle precedenti e sulla cui natura si sta ancora indagando. Perché, se tutte queste particelle cui si è giunti con l’ausilio della matematica, vengono gravate di una massa, tutti i calcoli saltano, non viene più rispettata quella che i fisici chiamano “invarianza di Gauge” e tutto l’apparato fatalmente scompare. A meno che (e qui interviene il genio di Higgs), queste particelle, che non hanno massa, l’acquistino quando vengano immerse in una sorta di gel, una melassa cosmica che ne frenerebbe il moto dando loro un peso. Questa “melassa” anzi, potrebbe anche condensarsi talvolta dando luogo essa stessa ad un agglomerato chiamato bosone di Higgs. Con l’esperimento di questi giorni si sta appunto cercando la “particella di Dio”, capace di concretizzare le cose rendendole palpabili, aggredibili da parte dei nostri sensi in questo misterioso Universo che si ipotizza sia fatto almeno di undici dimensioni, un preludio per dimostrare un’altra importante ed elegante teoria, quella delle stringhe che unificherebbe tutte le forze agenti nell’Universo in una sorta di concerto divino. E visto che avete più volte citato Galileo e la sua grande scoperta, sappiate che, per quanto sia controintuitivo, la terra si muove quasi in linea retta seguendo una GEODETICA spaziale, per adattarsi al cerchio massimo costituito dalla gravitazione che il sole esercita in quella sorta di mantello spazio-temporale che giustifica la gravitazione senza spiegarne la natura. Un altro buon motivo per cercare il bosone di Higgs.


[14/09/2008]







Blog di Dino Licci: "BRANDELLI DI VITA"