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Errore tattico di valutazione





La partita iniziò dopocena e procedeva secondo i piani.
L’avversario era in piena forma, perfino affascinante, l’aria solo apparentemente trasandata. Non nego d’aver pensato, solo per un momento, anche a sviluppi diversi, ma la posta in gioco era troppo importante, perché mi potessi concedere la benché minima distrazione.
Andò tutto come avevo previsto. Stavo giocando bene le mie carte, piazzandole sul tavolo al momento giusto, così come avevo progettato. Anzi, ad un certo punto, ebbi come la sensazione che l’altro, poco concentrato, stesse involontariamente agevolando le mie mosse.
Non era mai stato un grande stratega. Non mi fu difficile metterlo con le spalle al muro.
Accusò i colpi senza riuscire a rilanciare. La partita si concluse meglio del previsto.

Mi guardava rassegnato. Ammise i suoi errori senza nemmeno tentare una pur minima difesa. Il nostro matrimonio: un fallimento annunciato.
Incontri fugaci – o scontri – i nostri? Giusto il tempo per discutere un progetto o condividere un bilancio, nulla di più. Non sopportavo più quella farsa e mi sorrideva l’idea di riacquistare, anche ufficialmente, una condizione di dichiarata libertà. Temevo solo una sua forte opposizione, per questo agii con molto tatto.

Tutto fu definito in ogni particolare. Davanti al giudice non avrei avuto alcun problema. Sarebbe stato un divorzio consensuale ed economicamente soddisfacente per entrambi. Non era mai stata mia intenzione approfittare della situazione.
Non restava che salutarci: l’ultimo bacio di rito, da buoni amici, che si arrendono all’evidenza, anche se con qualche rimpianto, ma senza fare tragedie.

Solo a quel punto avvertii la stonatura, l’imprevisto che non rientrava nel progetto ed allora finalmente compresi: non ero stata io a condurre il gioco, lo avevo subito senza rendermene conto.
Qualcosa lo aveva indotto ad assecondarmi, per beneficiare di una soluzione a breve termine, che premeva più a lui, che a me.
Dunque c’era già un nuovo amore importante nella sua vita.
Gravissimo errore tattico da parte mia non aver previsto quest’eventualità.
Gli avevo appena svenduto la mia benedizione.


[10/11/2005]



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