EUTANASIA
di
Rodolfo Vettorello
Non amo il mare
che mi viene incontro
dopo il buio di un tunnel d’autostrada.
Amo te, annunciata da canneti,
da rigagnoli stretti, da canali,
laguna salsa e quieta,
specchio di cielo,
mite promessa d’acque.
Galleggiano
sul bagnasciuga le salicornie
e il chiaro fiore di barena
s’accende di capolini azzurri.
Dietro una curva d’argine
il primo scanno,
poi lontano,
tranquillissimamente disteso
l’Adriatico.
Ogni volta ritorno, mare d’anima,
come si torna a casa.
Sulla rena ritrovo
contorte plastiche e conchiglie bianche,
vetrini consumati come smeraldi opachi
e ciottoli di cotto: levigati.
Amo la morte di tutte le tue cose,
calcinate dal sole e dal salmastro
ed amo
la tua morte, mare.
Dolcemente vorrei che questa mia
desolata stanchezza
si dissanguasse in te,
nel breve spazio
tra sabbia ed acqua,
dove tra sussulti,
la medusa agonizza e si consuma.
Motivazione della Giuria:
"L'agonia della natura fa da sfondo e metafora all'eterno dualismo amore e morte, in una composizione
dove la resa del protagonista, espressa con un linguaggio solo apparentemente dimesso, è ancora il soprassalto di chi, suo malgrado,
si consegna alla rivincita dell'amore come contrapposizione alla morte."
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